“American Horror Story” è una serie televisiva statunitense di genere horror.

E’ una serie antologica e ogni stagione ha una trama e un’ambientazione diversa che corrisponde al titolo di ognuna di essa. Murder House, Asylum, Coven, Freak Show, Hotel, Roanoke, sono i luoghi in cui vengono ambientate le diverse storie tra di loro però intrecciate, come ci assicura l’ideatore e produttore esecutivo Ryan Murphy. Dalle prime puntate di “Roanoke” , sembra che questa sia la stagione chiave che ricollegherà tutte le altre tra loro, scoprendone un filo logico sensato che ricondurrà tutto alla Murder House, dove la serie ebbe inizio. Già nelle prime stagioni, i più attenti, avranno notato il ripetersi (non casuale) di cognomi: nella prima stagione troviamo il Signor Harry Goodman, avvocato di Constance Langdon, al quale si rivolge per l’omicidio del suo amante e, in “Asylum”, facciamo la conoscenza di Sam Goodman, cacciatore di nazisti chiamato ad indagare sull’attività del Dottor Arden al Briarcliff. Altro collegamento tra la prima e la seconda stagione è il periodo di incidenza in cui il serial killer Bloody Face era all’opera: nel 1960, in “Asylum”, l’assassino se ne andava in giro uccidendo persone entrando mascherato nelle loro case e, contemporaneamente, nuovi omicidi avvenivano nella Murder House.
Il dottore che ha dato il via alla maledizione di “The Murder House” nel 1920 era Charles Montgomery e sua moglie era Nora Montgomery; in Coven, troviamo una giovanissima Emma Roberts nei panni della strega Madison Montgomery, forse è una lontana nipote di Nora?
Un altro cognome è Delongpre. Nella Murder House, Constance confessa alla sua parrucchiera di aver adottato il piccolo Michael dai suoi cugini Delongpre. In “Coven”, il nome della Suprema prima di Fiona era Mimì Delongpre.
Oltre ai cognomi, troviamo anche un ripresentarsi di personaggi: in “Murder House” abbiamo incontrato due infermiere che erano state assassinate, e così anche due infermiere psicopatiche e assassine sono tra i personaggi di Roanoke, uccise anche loro nell’abitazione. Inoltre, in un video amatoriale mostrato nel corso di un episodio di quest’ultima stagione, compare una figura umanoide con la testa da maiale: riaffiora alla memoria l’inquietante personaggio di Eric Stonestreet, sempre da “Murder House”, e la sua angosciante filastrocca “Here piggy, piggy, piggy”.
In Roanoke c’è una parola di vitale importanza che viene usata per allontanare le presenze ed evitare che compiano del male: CROATOAN, la stessa utilizzata per la prima volta da Violet per scacciare la coppia gay dalla Murder House.
Nella quinta stagione troviamo una signora intenzionata a registrare un documentario nell’hotel dove avvengono fatti inspiegabili e, la sesta stagione, è strutturata proprio come un documentario.

I più attenti avranno anche fatto caso al continuo collegamento con il New England: nella prima stagione gli Harmon si trasferiscono da Boston a Los Angeles; il manicomio di Asylum si trova in New England; il processo delle streghe di Salem (Coven), è avvenuto in Massachusetts e infine la reale colonia di Roanoke sarebbe dovuta essere nel Nord Carolina, che fu uno dei primi insediamenti del New England.
Scathach, il nome della Strega dei boschi interpretata da Lady Gaga in “Roanoke”, è molto somigliante al nome dell’Angelo della Morte, comparso in “Asylum” Shachath.
Ma la “coincidenza” che più salta all’occhio è il ricovero nell’Asylum di Pepper, ragazza affetta da microcefalia che ritroviamo nel Freak Show presa da Elsa Mars per il suo spettacolo, stessa attrice (Jessica Lange) che interpreta la suora a capo del manicomio in cui era ricoverata.
Troviamo infine la “White Light of Protection”, una magia bianca che permette di difendersi e ripararsi da quella oscura e malvagia. La prima a parlarne è Billie Dean Howard, la seconda Misty Day, in Coven e, l’ultimo, è il personaggio di “Roanoke”, Cricket Marlowe.
Chiunque poi sia al passo con le puntate di AHS, avrà notato il fantastico omaggio nella 5 puntata di “Roanoke” (l’ultima trasmessa) ai film horror “The Grudge” e “Shining”.
Da quando Ryan Murphy disse che tutte le stagioni erano collegate e che gli indizi erano stati nascosti in ogni episodio, in molti hanno pensato a varie ipotesi. La teoria che ha riscontrato più preferenze è quella che “American Horror Story” sarebbe la versione moderna dell’Inferno di Dante e ciascuna stagione corrisponde ad un girone specifico di peccatori: “Murder House” rappresenta la lussuria (ogni personaggio non resiste ai propri impulsi carnali); “Asylum”  la frode (chiunque entra a Briarcliff è colpevole di frode, dalle manipolazioni del dottor Thredson alle bugie che portano Lana a essere ricoverata); “ Coven” il tradimento (ogni personaggio si ritrova a tradire un rapporto);  “Freak Show” è la stagione dell’avidità ( il personaggio di Elsa ne è l’incarnazione); “Hotel” corrisponde al girone dei golosi (la vita al Cortez è scandita dall’eccesso e dall’opulenza); “Roanoke” potrebbe rappresentare il girone dei violenti.
La teoria sarebbe poi supportata dal fatto che ogni stagione è ambientata in un luogo fisico specifico e che i protagonisti non sembrano essere in grado di redimersi.
Dopo aver letto quest’articolo, sicuramente guarderemo AHS con occhi diversi.

di Anastasia Verrelli