Annie Leibpvitz, divide il suo lavoro tra ritratti, reportage e foto di moda con  un’impronta riconoscibile.

Annie Leibpvitz. Nata nel 1949 a Warterbury, in Connecticut, trascorre gli anni dell’infanzia e della gioventù in diversi stati degli Usa. In questi anni ha il primo incontro determinante con la fotografia: dagli album di famiglia, a quelli che diventeranno poi i suoi primi modelli come Henri Cartier-Bresson e Jacques-Henri Lartigue.

Nel 1979, anno in cui inizia a studiare fotografia e arte al San Francisco Art Institute, raccoglie il primo successo come fotografa grazie a un portfolio presentato a Robert Ingsbury, art director della rivista Rolling Stone. Poco dopo Jann Wenner, l’editore del magazine, la vuole con lui a New York per l’importante incarico di fotografare John Lennon durante un’intervista. Dieci anni dopo, in occasione dell’uscita del disco Double Fantasy, realizza il famoso scatto nel quale la coppia posa in un abbraccio: Yoko vestita, John nudo. Nel 1973 sul colophon di Rolling Stone accanto al suo nome compare il titolo di “chief photographer” e nel 1974 realizza le immagini delle dimissioni di Nixon. Segue i Rolling Stones in tour e scatta una delle sue foto più emblematiche: Mick Jagger in ascensore dopo uno degli ultimi concerti. Nel 1981 realizza lo scatto a Meryl Streep nel quale l’attrice si trasforma in un mimo; nel 1983 dà le dimissioni da Rolling Stone e diventa il fotografo principale di Vanity Fair. Il ritratto di Whoopi Goldberg (1984), immersa in una vasca da bagno colma di latte, è considerato uno dei lavori più visivamente estremi.

Tra il 1987 e il 1992 scatta 103 ritratti per la prima campagna pubblicitaria di American Express: quel lavoro le concede una libertà di campo che non aveva mai avuto prima. Nel 1991 il ritratto di Demi Moore, nuda e incinta sulla copertina di Vanity Fair, crea scalpore ma per la Leibovitz è gratificante sapere che quello scatto può aiutare le donne in attesa a sentirsi meno a disagio rispetto al proprio corpo. Nel 1993 firma un contratto con Condé Nast e nello stesso anno si reca a Sarajevo, città sotto assedio da oltre un anno. Nel 1996 immortala gli atleti americani mentre si allenano per le Olimpiadi lavorando con molte Polaroid e nello stesso anno realizza uno degli scatti preferiti di Patty Smith che diventa la copertina dell’album Gone Again. Nel 1999 si reca a Parigi alle sfilate di alta moda per conto di Vogue e nel 2000 la fotografia del cast dei Sopranos, ispirata all’Ultima Cena di Leonardo, vince il premio Alfred Eisenstaedt. Per il servizio Alice nel Paese delle Meraviglie (2003) chiede agli stilisti di disegnare gli abiti di Alice e di partecipare in prima persona agli scatti, interpretando ruoli specifici. John Galliano diventa la Regina di Cuori, Tom Ford il coniglio bianco e Natalia Vodianova è Alice.

Per il servizio Mago di Oz (2005), la parte di Dorothy è affidata a Keira Knightley mentre in occasione di quello su Maria Antonietta (2006) il castello di Versailles si trasforma, per la prima volta dopo venticinque anni, in un set di moda con Kirsten Dunst avvolta in un abito di crinolina di Rochas. Nel 2007 fotografa la Regina Elisabetta II e realizza il servizio di punta dell’edizione speciale di Vanity Fair dedicata a Hollywood con una serie di scatti che raccontano una storia da film noir. Sostiene di non avere una foto preferita ma il ritratto della madre Marilyn le appare particolarmente significativo perché la guarda come se la macchina fotografica non ci fosse. In occasione di Cenerentola, la Leibovitz ha fotografato il poster del film con protagonista Lily James, aggiungendo un’altra magnifica principessa alla sua galleria.

Originali, ironiche, volutamente spontanee. Le fotografie di Annie Leibovitz hanno sempre almeno una di queste caratteristiche. La Leibovitz oggi è considerata la fotografa americana delle celebrità; i suoi originali e iconici ritratti affascinano per originalità e humour. Annie rifugge la tipica “sacralità” e oggettività di questo genere di foto, per preferire allestimenti animati e ironici. È solita prepararsi in modo particolarmente “sentito” alle sue sessioni e quasi sempre vuole conoscere in prima persona e in anticipo le personalità da ritrarre. Lei è solita dire: «Quando dico che voglio fotografare qualcuno, significa in realtà che vorrei conoscere qualcuno, consultarne la personalità».

Credits : ANNIE LEIBPVITZ

Redatto da:  CLAUDIA PALOMBI