L’instancabile viaggiatore colombiano Leo Matiz, considerato uno dei più grandi fotografi del secolo scorso, conobbe Frida Kahlo negli anni Quaranta.

Il loro incontro e la conseguente amicizia si è manifestata in una serie di immagini realizzate dal fotografo di Aracataca che rivelano la sensibilità e l’anima della messicana, al di là delle sofferenze fisiche che la vita le aveva imposto. A partire da venerdì 17 giugno sarà in mostra all’ Ar33 Studio di Venezia. Il titolo della mostra Frida a Venezia vista attraverso l’obiettivo di Matiz vuole rappresentare un’approssimazione spontanea, fresca e leggera della personalità di Frida filtrata attraverso la macchina del fotografo colombiano. Verranno esposte trenta fotografie inedite, realizzate sia in bianco e nero che a colori, che avranno come soggetto principale la pittrice messicane e il suo contesto intimo. Queste immagini, ci rivelano una Frida pacifica, calma di fronte all’obiettivo del suo amico colombiano; in alcuni scatti la vediamo perfino vestita secondo la moda europea e non con i suoi tradizionali abiti di tehuana. Leo Matiz visse in Messico negli anni ’40 e disse di essersi innamorato della luce, della cultura e della gente di quel paese. Prima della sua morte (avvenuta nel 1988) il fotografo rievocò il ricordo del suo incontro con Frida ed il marito confessando che vedeva Frida triste e sofferente.

…con Diego Rivera mi sono visto molte volte ed è curioso il fatto che molte cose che oggi si conoscono di Frida Kahlo a quell’epoca non si conoscevano. A me sembrava che lei avesse una vita triste. Diego aveva una personalità forte e Frida era una donna fragile, condannata alla disabilità per tutta la vita. Era piena di busti e di sostegni: sostanzialmente era invalida e la sua sofferenza era palese. Utilizzava la pittura come mezzo di liberazione”.

Credits: VANITY FAIR

Redatto da:  STEFANY BARBERIS