Il termine rockabilly deriva dall’unione di “rock” e “hill-billy”, una parola che fa la sua comparsa nel 1900 sul “New York Journal”.

Il termine “hill-billy” è usato in modo dispregiativo (da hill-collina, billy-capra), offensivo nei confronti della gente che viveva nella zona dei Monti Appalachi meridionali, è una delle prime definizioni data al genere oggi comunemente conosciuto come ‘country music da quando, nei primi decenni del XX Secolo, cominciò a diffondersi attraverso i ‘78 Giri’ prodotti dalle case discografiche del Nord. Il repertorio costumistico rockabilly, come la musica,  indica il gusto per lo sconfinamento nella sensibilità verso la cultura nera americana. I ragazzi bianchi del Sud si sono appropriati del vestiario più chiassoso esibito dai neri, scegliendo accostamenti discutibili per il gusto corrente e aggiungendovi la propria attitudine da poco di buono. Il mood è quello di gente rustica che si veste per al festa, con un’idea di eleganza molto lontana da quella della gente di città. È il “Memphis Flash”. La Mecca dello stile è il negozio di Memphis, il Lansky Brothers diventato il maggiore fornitore degli stravaganti costumi di scena delle band R&B dello stato. In molti si sono specchiati nelle vetrine del negozio di Beale street, ma pochi bianchi (Elvis è uno di questi) hanno mai osato entrare per compare qualcosa per se. Si tratta di costumi di scena da indossare nella vita reale. Il cardine dell’abbigliamento sono le scarpe. Per dei buzzurri che vivono in mezzo alla terra e alla polvere del Sud, avere un paio di scarpe immacolate e pregiate è il massimo. Carl Perkins nel 1955 incide una canzone dedicata a questo nuovo oggetto del desiderio, le scarpe scamosciate, Blue Suede Shoes, anche se il colore preferito è il bianco. Il testo è istruttivo: ad un rockabilly puoi fare qualsiasi cosa tranne pestare le scarpe.

Lo stile prevede comode giacche sportive di tessuto o modelli da smoking. Camicie sportive color pastello o larghe strisce verticali, da portare aperte sul petto. Sono apprezzati anche quelle da bowling. Il colletto della camicia è sempre di un colore diverso e deve essere tenuto rigorosamente alzato.  Vige il disdegno per la monocromia in  favore del bicolore. Il rosa, associato agli omosessuali, è un affronto allo stupido machismo dei sudisti. Grande successo hanno i tessuti lucidi, persino il lamè dorato. Niente occhiali o cravatte. I pantaloni devono essere larghi, preferibilmente neri, con strisce laterali sovrapposte e con la riga ben stirata. Solo in seguito verranno adottati i jeans neri con impuntura verde smerarldo. Le cinture si allacciano i lato con fibbia rivolta verso l’anca. I capelli sono pettinati a “culo d’anatara”. Sigaretta in bocca o dietro l’orecchio; tatuaggi sulle braccia con i simboli della vita spericolata (pin up, pistole, dadi, carte da gioco).

Le ragazze vestono come cowgirl, alternando i capelli cotonati alla novità della cosa di cavallo (pony tail).di rigore il trucco pesante e un foulard attaccato al collo. Scarpe senza tacco, abitini scamiciati con tessuti stampati, scollature a cuore e bustini stretti, gonne a tubino a vita alta ma anche abiti e gonne a ruota, camicie a quadretti annodate sopra l’ombelico, in perfetto stile Pin up.

Dalle passerelle agli scaffali delle boutique low cost, la moda rockabilly, il trend retrò che rimarrà un must per tutto il 2015 come per tutte le estati grazie al “ Summer Jamboree” , il sogno anni ’50 delle notti di mezza estate per decine di migliaia di appassionati e curiosi. La cultura degli anni d’oro del rock & roll chiama a raccolta a Senigallia rocker e ammiccanti pin up rigorosamente vestiti vintage, coppie e famiglie, curiosi ed esperti a bordo di lucidissime Chevrolet e truck d’epoca aperti alla brezza estiva. Come ogni anno migliaia di fans e spettatori sono arrivati non solo dall’ Italia e dall’Europa, ma da tutto il mondo, per quello che è diventato nel tempo il festival più grande e importante di questo genere nel Vecchio Continente.

Credits : VOGUE  SUMMER JAMBOREE

Redatto da:  CLAUDIA PALOMBI