Le porcellane di Jessica Harrison sono piccoli oggetti d’arte che nascondono battaglie per i diritti delle donne.

è un’artista che vive e lavora ad Edimburgo e dopo aver studiato all’ Edinburgh College of Art ha conseguito un importante dottorato di ricerca pratica in scultura finanziato dal Arts and Humanities Research Council. Lavora su una vasta varietà di materiali, soprattutto con le ceramiche e i marmi, usando la pittura classica come la stampa digitale. Tutto il suo lavoro si concentra su questa interazione tra il vecchio ed il nuovo, su un’integrazione del passato in un presente ricco di tecnologie.

 

La passione per il vintage è sempre più forte ed è bello vedere come giovani designer riescono a reinventare quelli che sono oggetti simbolo di epoche ormai passate in modo assolutamente originale. La sua specialità, infatti, è la rivisitazione di un preciso genere di oggetti, le statuine di porcellana che venivano utilizzate come soprammobili, le classiche statuine della nonna, tanto amate dalle casalinghe degli anni ’70, che oggi consideriamo oggetti d’antiquariato.

Jessica Harrison crea delle bambole di porcellana dal sapore vintage, lavorate con scalpelli e trapani diamantati e arricchite da dettagli spesso molto inquietanti, così è possibile ammirare damine con tanto di ventaglio che però hanno petto e braccia ricoperte da tatuaggi old school o belle signorine che tengono in mano i propri intestini o che danzano con un cervello.

Come lei stessa afferma, ama lavorare su un’interazione tra il famigliare e l’ignoto, tra l’interno e l’esterno ed è così che crea nuove superfici del corpo per cambiare il modo in cui chi guarda pensa al corpo stesso, per provare a cambiare l’idea che si ha del corpo femminile e riempiendolo di tatuaggi vuole, in qualche modo, sdoganare l’immagine di donna-principessa costretta in un abito elegante e trattata alla stregua di un ninnolo. Ogni bambola è una sua piccola dichiarazione femminista contro un mondo di uomini che ancora troppo spesso non ha la giusta visione della donna.