Tutti ne parlano ma non tutti sanno cos’è precisamente questo stile d’arredamento che sta conquistando sempre più fan.

Cerchiamo, dunque, di raccontare, spiegare e definire lo shabby in maniera completa ed esaustiva, in modo che non ci siano più dubbi riguardo le sue caratteristiche. La parola shabby significa letteralmente usurato, invecchiato, logoro, la parola chic, invece, la conosciamo tutti. Trattasi di uno stile di interior design, in cui mobili, accessori e arredi si presentano invecchiati, anzi, maggiori sono i dettagli usurati meglio è rappresentata l’anima di questo stile. Stando a questa prima e importantissima caratteristica, i mobili shabby chic potrebbero essere di qualsiasi età e materiale, ma è l’effetto finale che può cambiare completamente: ad esempio, un mobile laccato e moderno può essere “shabbato” tranquillamente, ma quali sono quelli più adatti allo scopo? Lo stile dei mobili che scegliamo di trasformare è molto importante nello stile shabby chic. I mobili da prediligere sono quelli molto lavorati, con bugne, fregi e intarsi che allo stato naturale risultano pacchiani ma che una volta trasformati nei colori dello shabby chic diventano sublimi. Sono adattabili, anche, mobili lineari e moderni o meglio possiamo farlo ma non otterremo certo l’effetto finale che possiamo ottenere con i mobili con ricche sfaccettature e stondature, modanature, cimase e quant’altro. Se di base un mobile è molto lavorato a volte basta anche solo pitturarlo di bianco e poi abbinarlo a piccoli accessori come candele, gabbiette, cuoricini e tessuti di lino per dare un tocco shabby chic all’ambiente.

Dopo aver capito cosa vuol dire questo stile, bisogna imparare a scegliere i mobili più adatti al fai-da-te. Trattasi di mobili ricchi di intarsi, perché rappresentano un’età passata e, quindi, l’effetto “polveroso” delle vernici pastello ben attecchisce sulla loro superficie. Lo shabby dà al “vecchio” una seconda possibilità, riportando a nuova vita mobili che altrimenti non guarderemmo neppure. Lo scopo, e ovviamente il processo che segue, ha origini ben più antiche della scoperta di questo stile. Se ci fermiamo un attimo a pensare alla storia dell’arte non possiamo non citare il termine ready-made, che , appunto, eleva un oggetto comune ad oggetto d’arte e ne cambia quindi l’utilizzo. Marcel Duchamp fu il primo in ambito artistico ad utilizzare il termine ready-made nel 1913 in relazione alla sua opera Bicycle Wheel; categorizzabile come ready-made rettificato, in quanto si tratta di una ruota di bicicletta imperniata su di uno sgabello tramite le forcelle del telaio. Questo è solo uno dei diversi ready-made che conosciamo, ma compie perfettamente l’atto di dare ad un oggetto un altro utilizzo e concetto, una nuova vita.

Lo stile shabby chic cammina di pari passo con il concetto prima citato, perché lo stesso oggetto che verrà “shabbato” potrà, allo stesso tempo, cambiare completamente il suo originario uso. Non sono solo mobili e porte ad essere riverniciati e poi invecchiati ma molti oggetti comuni occupano ironicamente altri posti; scolapasta come lampadari, cassette della frutta come dispense, bottiglie di vetro come vasi e chi più idee ha più ne metta. Lo stile shabby chic è nato nella buona e vecchia Gran Bretagna, dove i primi barlumi di questo stile si vedevano nelle belle e grandi case di campagna. Elementi tipici, quali divani chintz sciupati, vecchie pitture, tende candide, grandi lampadari, erano presenti in ogni casa signorile. Non a caso lo shabby chic ha molto in comune con arredi d’epoca, soprattutto quelli in stile vittoriano, anche se è l’elemento glamour ed eccentrico a rendere lo shabby chic “diverso” rispetto a tutti gli altri stili di interior design. Oltre alla casa di campagna inglese, alle influenze d’epoca e vittoriane, lo shabby chic trae la sua ispirazione da una vasta gamma di stili di arredamento, come quello svedese, quello francese risalente agli incantevoli castelli della Loira, e persino allo stile shakers americano, per il quale l’essenziale semplicità regna sovrana.

Il termine shabby chic è stato coniato, per la prima volta, dalla rivista The World of Interiorsnel 1980, diffondendosi in tutto il mondo da allora e caratterizzandosi secondo declinazioni e sfumature dettate dal proprio gusto e, soprattutto, dalle possibilità economiche! Al giorno d’oggi, infatti, lo shabby chic ha visto aumentare la sua fama grazie all’upcycling, ossia la possibilità di trasformare un vecchio oggetto, mobile, accessorio in qualcosa di nuovo senza riciclarlo, il che permette di parlare anche di shabby chic economico.

All’occhio umano questo stile può sembrare molto costoso e quasi impossibile da avere ma con una semplice vernice color pastello ed un pennello possiamo cambiare radicalmente il design della nostra casa e perché no reciclare in maniera del tutto involontaria molti oggetti nuovi, malandati, usurati e inutilizzabili; il tutto arricchito da porcellane bianche, tessuti canditi e naturali come lino e cotone, candele, lanterne, cuori in legno e tutto quello che può “impreziosire” uno stile fai da te!

Credits: SHABBY CHIC INTERIORS

Redatto da: CLAUDIA MINNA