Moda e look anni 50

Dalla fine della guerra si ritorna alla procacità e alla sensualità esplicite, evidente indizio della voglia di tornare al benessere. E’ l’epoca delle “maggiorate”, il cui corpo è metafora del sogno di opulenza che vive Europa. Le misure seno-vita-fianchi 90-60-90 rappresentano la formula della bellezza degli anni Cinquanta: seno prorompente, gambe lunghe, bellissimi fianchi e vita sottilissima sono il modello a cui ambisce ogni ragazza. A partire dal secondo dopoguerra è il cinema, soprattutto quello americano, a proporre i nuovi canoni estetici: le formose vamp biondo platino sono le ispiratrici della  moda, del look, dello stile di vita di ogni donna.

Sicuramente le icone della femminilità e della sensualità degli anni Cinquanta sono Brigitte Bardot e Marilyn Monroe, con le loro curve procaci e la loro celebre forma “a clessidra”.
Per un outfit da giorno, le donne, erano solite indossare gonne a ruota, mettendo in evidenza il punto vita con cinture colorate e completando la mise con una camicia bianca o a pois; un ulteriore tocco di colore poteva essere conferito da un foulard elegantemente legato al collo. Le ragazze, per avere un look più sbarazzino, ai piedi indossavano delle ballerine e acconciavano i capelli con una semplice coda di cavallo che metteva in piena evidenza una frangetta liscia e di media lunghezza.
Ad una donna matura, invece, non potevano mancare delle decolletes dal tacco basso e un’acconciatura con una riga di lato in cui i capelli cadevano sulle spalle in vistosi boccoli. Non a caso gli anni ’50 sono il decennio dei bigodini, utilizzati spessissimo per dare volume ai capelli.

Decisamente più appariscente, invece, era il look delle pin up: per essere la classica candy girl, bastava indossare gli shorts con camice legate in vita e le classiche ballerine di vernice.
Altrimenti, un vestito che mettesse in evidenza il punto vita e, con allacciatura dietro al collo, che presentasse anche un’ampia scollatura: la scelta era tra un vestito con gonna a ruota o che aderisse al corpo. Il pattern era a tinta unita o a pois. Per l’acconciatura non poteva assolutamente mancare la bandana, che poteva essere utilizzata in versioni differenti: stretta con nodo centrale, a fascia con nodo nascosto, alla paysienne, con piegatura larga e nodo visibile o alla “roasie the riveter”, benché quest’ultima fosse molto difficile da realizzare. La frangetta, corta o lunga fino alle sopracciglia, era un vero e proprio elemento caratterizzante dell’epoca. L’accessorio dell’epoca erano senza dubbio gli occhiali modello cat eye.
Parigi divenne la capitale dello stile e della moda, con il genio di Coco Chanel e Christian Dior che rivoluzionarono il look femminile donando alle donne nuova eleganza e raffinatezza, con alcuni capi intramontabili come le gonne a ruota, i tubini e i famosi taiileurs.

Con la televisione, che creò nuovi modelli da imitare e seguire, le donne acquisirono ancora più personalità e voglia di apparire belle e curate. La divina Grace Kelly, che proprio in quegli anni divenne principessa sposando Ranieri di Monaco, divenne l‘icona indiscussa della bellezza, la donna ideale, grazie alla sua eleganza e raffinatezza. Negli anni ’50 si passa dalle pellicole in bianco e nero al colore quindi, l’aspetto delle attrici, cambia per esigenze cinematografiche e, di conseguenza, anche le donne “comuni” che si rifanno alle dive dell’epoca cambiano il loro look. Infatti, proprio negli anni ’50, si cominciò a dare spazio al colore! Per le labbra i contorni non sono più netti come prima ma appaiono più turgide e carnose. Marilyn lancia la moda  del rossetto rosso, l’eyeliner, il neo e, a 50 anni dalla sua morte, nel 2012, la Mac le ha anche dedicato una linea di prodotti, ispirati proprio al suo look. Per le più giovani il must era: Frangetta e capelli corti, occhi da cerbiatta, eleganze e semplicità, ispirate dell’ineguagliabile stile di Audrey Hepburn, la quale lanciò la moda delle sopracciglia “ad ali di gabbiano” con un arco ben definito che inizia a metà sopracciglio. Venivano utilizzate matite marrone scuro o nere per scurirle sempre un po’, anche se il colore dei capelli è più biondo.

Gli ombretti, le matita nera e il mascara diventano più audaci e usati in abbondanza. Colori come il viola, il blu, l’argento venivano usati persino di giorno. Si osava con colori brillanti e accesi per un trucco occhi dalla forma allungata e ben definita, mentre le labbra potevano anche essere lasciate più naturali per un look sexy e provocante, alla Brigitte Bardot. Il più delle volte, però, le labbra erano ben definite (a volte persino con le matite per le sopracciglia poiché quelle per le labbra ancora non esistevano)  sono riempite e colorate principalmente di un rosso fuoco (tipico delle dive più acclamate) oppure aranciato e fucsia, per poi diventare sempre più chiaro e leggero nella seconda metà degli anni ’50.
La pelle è diafana, chiarissima, opaca al 100%. Le ragazze più giovani invece preferiscono una base più colorita e non amano l’effetto mat. Il blush color pesca viene preferito a quello più classico rosa ed è sfumato bene verso l’alto sopra gli zigomi. Il mascara nero o marrone veniva applicato in abbondanza ma solo sulle ciglia superiori. Le unghie invece sono spesso colorate e abbinate al colore del rossetto.

Redatto da: ANASTASIA VERRELLI