Fino a pochi mesi fa avere la barba folta e curata, la camicia abbottonata fino al collo, i pantaloni con risvoltino alla caviglia e l’iPhone sempre in mano per scattare foto significava far parte di una categoria sociale ben delineata: quella degli Hipster.

Ora, però, basta fare un giro per notare che quello specifico stile si è trasformato in moda collettiva. Barbe ovunque, camicie larghe e quadrettate in ogni dove. Questo significa che il fenomeno Hipster è ufficialmente morto. Ha perso ciò che lo rendeva unico regalandolo alla massa, e quindi si è estinto. Via le barbe, l’hipster non va più di moda: a soppiantarlo è stato nuovo prototipo di maschio metropolitano chiamato Yuccie.

Acronimo di Young Urban Creative (giovane creativo metropolitano). Cosa lo distingue dall’hipster? I sogni. Lo Yuccie, lungi dal puntare tutto sul look “alternativo” passando la vita tra locali all’ultimo grido e ore davanti allo specchio a ritoccarsi la barba, ha delle aspettative di carriera e mira al successo nel suo campo. Che sia uno scrittore, un giovane sceneggiatore, un poeta o un pittore, lo Yuccie vuole sfondare nel mondo della creatività. Il nuovo prototipo umano è stato coniato sul sito Mashable da David Infante, 26enne scrittore con residenza a Brooklyn. «Diventare ricchi in fretta sarebbe fantastico – scrive Infante – ma diventare ricchi mantenendo la propria autonomia creativa è il sogno degli Yuccie». Infante cerca di definire una nuova esistenza post-hipster pronta a invadere le strade delle nostre città e le colonne dei nostri siti d’informazione. Secondo l’autore si tratterebbe, in poche parole, del vero volto della nostra generazione.

Il terreno di coltura su cui si innesterebbero gli yuccie è quel tipo di cinismo egocentrico che può esistere solo in una condizione di privilegio. In sostanza, giovani creativi per cui la soddisfazione personale e l’appagamento del proprio narcisismo sono strettamente legati alla gratificazione economica.

Gli yuccie sono degli hipster a cui non basta più mostrare di essere in qualche modo diversi e speciali, ma che pensano di doverlo dimostrare in modo oggettivo e indubitabile, ossia a livello economico. Da questo punto di vista, il fatto di riuscire a monetizzare la loro creatività diventerebbe la prova che sono effettivamente creativi.

Credits : MASHABLE

Redatto da:  CLAUDIA PALOMBI