Faceva la cameriera. Diventa attrice, scultrice, modella, scrittrice e cantante del gruppo camp Peor imposible. Rossy de Palma appartiene ad un’epoca di artisti, forse l’ultima, in cui tutti conoscevano tutti e le collaborazioni nascevano così, in modo ancora spontaneo.

In un ambiente dove imperano le “belle facce”, ossessione quasi patologica di registi, fotografi e designer, che vedono la vita attraverso gli occhi dei belli, Rossy de Palma è una “bella tra le brutte”. Incanta con l’eccesso dei suoi tratti, un eccesso che sovverte i canoni stabiliti della bellezza e li smonta fino a renderli inferiori. Il naso aquilino, zigomi irregolari, la bocca imbronciata che a volte apre a un sorriso a denti storti ne fanno una creatura emersa dall’opera di  Picasso. Di lei si accorge Jean Paul Gaultier, che, invece, ama donne straordinariamente reali, e che l’arruola tra le sue modelle.  Musa di Pedro Almodóvar, per il quale Rossy de Palma ha recitato in ben sei dei suoi film. Un giorno Almodóvar le chiede di fare un piccolo ruolo ne La Legge del Desiderio (1987): Rossy appare se stessa al 100%, indossa i suoi abiti, si trucca e pettina da sola. Nasce un autentico mito. Talento poco riconosciuto dalle autorità, riceve un nomination ai Premi Goya come attrice non protagonista per Kika – Un corpo in prestito (1993). Ha lavorato anche in Italia, nel 1994 con Chicken Park, poi in Peggio di così si muore (1995), Tu la conosci Claudia? (2004) fino alla serie TV Caterina e le sue figlie (2011).

Vive a Parigi, ma lavora tra Francia e Spagna, dove torna regolarmente per girare film, partecipare a programmi televisivi o campagne pubblicitarie, come quella per Missoni, fatta proprio insieme al suo scout Almodóvar. Emulando una delle immagini più celebri della designer Elsa Schiaparelli, è protagonista della campagna per il ventesimo anniversario di Christian Loubutin. Ha anche diretto un piccolo film con Elettra Rossellini-Wiedemann per il brand LaMarthe e realizzato un profumo dal nome “Eau de Protection” per il marchio Etat Libre D’Orange: stanca di fragranze atte a ispirare seduzione e sensualità, non senza una certa dose di ironia, questo profumo è pensato per riscoprire “sacri momenti privati”. Luis Vuitton, per il cui “la fa sparire” nel lancio della campagna promozionale spagnola, attraverso una serie di video, in cui tutti la cercano.

Rossy, che ha il viso come una scultura cubista, che ha fatto della sua anomalia fisica un valore aggiunto, è  una donna con una verve da vendere e fonte d’ispirazione per la valorizzazione dei nostri difetti e far si che diventino dei punti di forza. Perché in fondo la bellezza è un enigma. Un mistero. La bellezza è una trappola che a volte ti conduce alla verità. Ma a volte ti allontana da essa.

Credits : VOGUE

Redatto da:  CLAUDIA PALOMBI