Intervista a Francesco Camillo Giorgino, meglio conosciuto come Millo.

Millo è lo street artist italiano che sorprende per i suoi murales in bianco e nero intervallati da lampi di colore accesi, con una costante ricerca del rapporto tra l’essere umano e il paesaggio che lo circonda. Le sue, vere e proprie opere d’arte, che vedono una città immersa nella città.

  • Nei tuoi Murales ci sono personaggi immersi nella Metropoli; dato che sei un architetto, si tratta di una sorta di costruzione di una “città nuova”? Spesso ci si sente così piccoli sotto gli edifici delle grandi città, invece tu raffiguri dei giganti che balzano fuori dal paesaggio che li circonda, come mai?

Nei miei lavori non cerco di costruire una città nuova, piuttosto di riportare in scala quello a cui ormai la gran parte di noi è visivamente abituato: strade, macchine , palazzi, traffico, aerei..i miei lavori traggono ispirazione dalle mia vita quotidiana, ed è per questo che proprio in questo contesto urbano i miei personaggi piuttosto goffi e fuori scala cercano di conservare la loro autonomia..loro sono il livello emozionale della lettura dei miei lavori, c’è chi li pensa come dei giganti, chi come dei bambini, chi ancora come degli alieni. Per me sono semplicemente la parte più pura di noi, quella che non si è perduta in questo marasma quotidiano.

  • Cosa ne pensi del trasferimento della Street Art dalle pareti della strada a quelle di un museo?

Credo fermamente che la street art nasca e abbia senso di esistere solo sulla strada.

  • C’è stata un’evoluzione: dai “Tag”, ad esempio, di TAKI 183 che rappresentavano, da parte dell’opinione pubblica, una sorta di “deturpamento” dei luoghi pubblici; ad invece i contemporanei murales  coloratissimi, pieni di dettagli, dei veri e propri “Masterpiece”. Quindi, l’arte di strada è stata rivalutata ed utilizzata per recuperare contesti di degrado cittadino. Cosa ne pensi in merito?

Sempre più spesso mi capita di essere invitato a svolgere lavori di riqualificazione urbana e sono molto felice di prenderne parte, credo, sopratutto in questo periodo piuttosto magro di finanze, che sia un modo semplice e poco dispendioso per i comuni e i privati di modificare in meglio la percezione di un luogo e poter accendere così un riflettore sulle aree spesso dimenticate delle nostre città.

  • Ti piacerebbe venire nella nostra città di Frosinone per un progetto di opera di arte urbana? 

Perché no!

  • Qual è il significato che dai al bianco e nero?

Ho trovato nell’utilizzo del nero la mia semplicità espressiva, il riassunto di ciò che avrei potuto fare con mille colori, ma ultimamente mi sto aprendo a nuove sperimentazioni colorate !

  • Progetti per il futuro? 

Un grande lavoro nella mia città natale, Mesagne, e poi il Portogallo e la Norvegia..insomma sempre in movimento!

 

Intervista di : CLAUDIA PALOMBI