The Young Pope. Paolo Sorrentino presenta la sua prima serie tv con Jude Law nelle vesti di un papa

The Young Pope, la serie tv di Paolo Sorrentino arriverà in Italia dal 21 ottobre, su Sky Atlantic. E’ composta di dieci episodi da un’ora circa ciascuno e i primi due sono stati presentati alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia per cui da ogni parte del mondo sono arrivate le prime recensioni. Se con i suoi film ci ha abituati a dividere i giudizi in parti eguali, con questa serie tv, agli albori – si intende – pare abbia messo d’accordo un po’ tutti. Soprattutto gli americani, che, come fu per La Grande Bellezza nel 2013, hanno applaudito a scena aperta ripresentando al mondo la forte infatuazione per il regista napoletano. Ma non è di sola infatuazione d’oltreoceano che si tratta, dacché il famoso critico britannico Nicholas Barber ha espresso a proposito la sua approvazione trascrivendo su Twitter la formula liturgica più conosciuta “Alleluja!”, sottolineando che l’unica cosa sbagliata di questa serie tv è che ha potuto deliziarne di soli due episodi.

No spoiler

Ma vediamoci chiaro. Lenny Belardo è il protagonista e la serie inizia poco dopo il suo Conclave (elezione del papa). Decide di chiamarsi Pio XIII, ha 47 anni e viene da New York per cui è il papa più giovane della storia nonché il primo papa americano. Divenuto pontefice grazie a licenziosi giochi di potere, viene eletto perché si pensa che questi potesse essere facilmente condizionato, sbagliandosi di grosso. I genitori lo abbandonano da bambino per cui cresce in un orfanotrofio della città; si avvicina alla vita ecclesiale fino a diventare cardinale di New York e successivamente papa. Nelle vicissitudini pontificie si va più volte a scontrare con il cardinale Voiello – interpretato da Silvio Orlando – e da altri cardinali che ne vogliono le dimissioni, aiutato da suor Mary (Diane Keaton) suora americana che lo ha cresciuto quando era in orfanotrofio. Non solo, combatte anche se stesso, le sue paure e le sue debolezze che pertanto lo rendono umano e quindi incline al vizio (come quello del fumo). Un papa non convenzionale, perché fa colazione con la Coca Cola e perché concepisce l’idea di non far vedere il proprio viso ai fedeli. Ambiguo e cinico ma che nonostante questo esercita un forte e religioso potere carismatico. Alla domanda se Sorrentino potesse o no reggere una storia di dieci ora, in molti hanno risposto di sì e che addirittura la sua bravura è stata nello scrivere una storia nuova, che non seguisse solo retoriche congetture violente. Meno assortita di inquadrature e composizione delle scene tipicamente Sorrentiniane – ma comunque assolutamente non priva – è invece arricchita da dissacrante umorismo, come per la t-shirt di suor Mary con su scritto: “I’m a virgin, but this is an hold t-shirt”. Lo Stato Vaticano ha accettato di far riprendere alcune scene in luoghi altrimenti inaccessibili ma sembra storcere un po’ il naso dinanzi alle scorribande (narrative) cui sono sottoposti i propri personaggi di spicco. Non sono convinti neanche alla redazione di Famiglia Cristiana che sentenzia con un secco “al limite del blasfemo”, producendo ulteriore curiosità.

di Vincenzo Tirittera