Per la prima volta Maria Grazia Chiuri si cimenta con una sfilata Dior Haute Couture per la collezione primavera estate 2017.

A poche ore dal successo ottenuto dal direttore artistico Kris Van Assche per la sfilata Dior Homme inverno 2017, la Maison, che celebra quest’anno i suoi 70 anni, ha in programma un ballo mascherato in occasione della sfilata che si è svolta, come di consueto, al Musée Rodin, trasformato per l’occasione in un bosco incantato, dove tutto è possibile e le modelle si trasformano in superbe fate e ninfee dagli abiti fluidi e scenografici.

Ma è proprio dall’allestimento scenografico che inizia la serie di omaggi a Monsieur Dior che, nel lontano 12 febbraio 1947, presentava alla stampa la sua prima collezione all’età di 42 anni: impossibile non ravvedere in quel set agreste la foresta di Fontainebleau, quel bosco a pochi chilometri a sud di Parigi, in cui il couturier fece sbocciare le sue “donne-fiore“, quei novanta modelli che rivoluzioneranno i codici della moda e della femminilità.  La loro silhouette che sottolinea il petto, dalla vita sottile e dai fianchi arrotondati, libera il corpo femminile dalle forme più squadrate nelle quali era imprigionato dalla Seconda guerra mondiale.

“Le pietre, gli alberi, gli esseri, un gesto meccanico, un raggio di luce trasmettono piccoli messaggi frammentati da cogliere all’istante“, descriveva così, nelle sue memorie questa scenografia fatata che oggi, durante la Haute Couture 2017 madame Chiuri fa sfilare la sua collezione. Un omaggio che ha reso emozionante ogni istante della sfilata, dagli abiti fatati alla scenografia memorabile per i tempi avvenire.

Il tempo sembra fermarsi nelle incredibili creazioni che le abili sarte di Dior – le celeberrime Petites Mains – sono riuscite ad esprimere grazie al loro eccezionale savoir-faire, perpetuando segreti antichi custoditi gelosamente.

La prima parte della collezione è una infinta variazione sul tema: il new look, le gonne a corolla, vitini stretti e linee allungate, sono rivisitate in bianco e nero in maniera originale e azzeccata, trasformando le grande dame di Monsieur Dior in una sorta di moderne streghe, che attraversano i boschi fiere e sicure di sé, ultime depositarie di saperi arcaici.

Pantaloni ampi si accompagnano alle giacche avvitate con cappuccio, le mantelle sono lunghe e avvolgenti. Il velluto si accompagna allo chiffon, trasparenze e sovrapposizioni danno nuovo vigore alla linea a otto.

È poi la volta di una serie di abiti strabilianti e fantastici, preziosamente ricamati e lavorati, dove le gonne trovano la loro ragion d’essere in complicati dipinti di segni zodiacali, nuvole di chiffon malva, rosa cipria, grigio chiarissimo fanno da contrappunto a abiti laminati e in bronzo. Le streghe si fanno fate e ninfe e principesse. gli accessori non mancano assolutamente, anzi ne diventano anch’essi protagonisti durante la passerella. I collier con farfalle e orchidee ad ogni modella prendono forme diverse, diventando cinte preziose o serpenti.

Una sfilata che è riuscita nel vero senso a far sognare l’alta moda raccontando una storia ed un ricordo. Quello dell’anniversario dei 70 anni della prima collezione della Maison. Ma d’altronde è quello che madame Chiuri cerca di trasmetterci che ci ha fatto sognare.

di Stefany Barberis