Il designer francese Simon Porte Jacquemus rende omaggio nella sua ultima campagna alla sua terra: la Provenza.

Le immagini con cui ha scelto di inaugurare la campagna per la sua collezione SS17 rendono pienamente omaggio alla natura e alla nostalgica terra natale: la Provenza.
Simon Porte, direttore creativo della Maison riporta nostalgicamente a galla il ricordo della sua terra natia, luogo in cui ha passato l’infanzia.
Scattata dal fotografo David Luraschi – già in collaborazione con lo stilista da diversi anni- la campagna consacra la giovane musa Rose Van Bosstraeten nei panni di Arlesiana, ragazza semplice e con un richiamo bhoèmienne, come vuole la tradizione cristiana.
Con l’utilizzo di materiali semplici ed eleganti come il pizzo o il tulle sono perfettamente in linea con la storia provenzale che ripercorre gli storici luoghi dello stilista Simon Porte Jacquemus.

Quello del designer sembra essere un inno chiaro e dolce alle origini più antiche della moda, quando piuttosto che mettersi in tiro per andare a fare la spesa, ci si vestiva con lunghi abiti bianchi solo per immergere una brocca in un pozzo d’acqua. La semplicità e la quotidianità degli anni a noi malinconici, semplici e quasi fiabeschi.
È lo stesso Simon che, durante un’intervista rilasciata a Dazed, indica la strada giusta per interpretare e gustare al meglio le sue creazioni:
“Jaquemus non c’entra nulla con la vita notturna e le discoteche, ma con la frutta, la verdura e il rotolarsi sull’erba.
Infatti, Les Santons de Provence è pienamente inspirata a quelle piccole statuine che per tradizione animano i presepi nel Sud della Francia. Figure in terracotta silenziose ed elegantissime, proprio come Rose Van Bosstraeten, la modella belga che ha conquistato gli occhi di Simon con la grazia delle cose più semplicemente inafferrabili.
Ma mentre Rose è immobile, nel suo farsi lieve statua di stile, noi continuiamo a sognare e cercare di interpretare quella pace così armonica e delicata trasmessa attraverso gli scatti sublimi di David Lureschi.
Ancora una volta la collezione di Jacquemus emerge tra tutte, per la sua capacità di essere ritmica, contemporanea e portabile, grazie ai tagli obliqui e gli intriganti giochi di proporzione.
È tutto così profondo e allo stesso tempo delicatamente perfetto.

di Stefany Barberis