La moda negli anni 2000

Agli inizi del XXI secolo assistiamo ad un’attenzione quasi ossessiva per il corpo: è il fisico al centro dell’interesse e non la persona.
L’immagine della bellezza continua ad essere condizionata dal contesto sociale e, poiché lo stile di vita richiedeva efficienza e dinamismo, la corporeità femminile doveva rispondere ai canoni di snellezza fino a sfociare nella magrezza eccessiva.
Il bombardamento mediatico, indirizzato soprattutto alle donne, non fa che proporre corpi perfetti. Sono dunque i modelli impossibili e fuorvianti proposti dai media che hanno portato alla ricerca ossessiva della “forma perfetta”. E’ una società che tende ad azzerare la bellezza della diversità e costringe le donne ad un continuo auto-monitoraggio del proprio fisico e ad assurde diete.

Questa ossessione per la magrezza sfocia molte volte nell’anoressia e, nel 2007,
Isabelle Caro, la modella francese morta nel 2010 vittima di una malattia durata 15 anni che l’aveva ridotta a pesare 31 chili, ne diventa il simbolo.  Pochi anni prima di morire, la ragazza aveva accettato il ruolo di testimonial nella campagna choc lanciata da Oliviero Toscani per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sul dramma dell’anoressia, malattia che intrappola ragazze e bambine che, crescendo con modelli sbagliati, tendono a conformarsi ad un modello estetico assolutamente non salutare.
Per quanto riguarda la moda, si trattava di un “mix-and-match” di influenze passate e nuove tendenze. Prendendo ispirazione dalle divise dei giocatori di rugby, con aggiunte di colletti e aderenze, le rugby shirt hanno dominato scaffali di negozi per anni. Le bacchette cinesi nei capelli sono state riprese (dagli anni ’90) da molte ragazze dopo aver visto Jennifer Garner nel film “30 anni in un secondo”. Per non parlare delle t-shirt sopra l’ombelico alla Britney Spears.
Corte, medie, lunghe erano poi le gonne in tulle: quella che pareva essere una moda passeggera è stata poi rispolverata sulle ultime passerelle. C’era poi la coppola che ebbe un suo momento di gloria estrema all’inizio del nuovo millennio. E come dimenticare il look emo? Una divisa fatta di pantaloni militari, braccialetti a profusione, chocker con plettro annesso e penzolante, cinture borchiate, t-shirt bicolori e chiodo di pelle nera. Gli outfit sfoggiati nel film “Sognando Beckham” costituiscono il simbolo assoluto del perfetto look anni 2000 da sfoggiare durante le serate in discoteca: top scollatissimi, jeans a vita bassa e finta pelle. Gli anni delle meches, delle canottiere a strati, dei top, del dorato, degli stivali Timberland, dei pullover e maglie a righe (tutto a righe!), dello stile cowgirl, quello militare, dei coprispalle, delle fasce, delle minigonne e dei pantaloni lucidi! Se da una parte abbiamo un po’ di nostalgia, dovrebbe riconfortarci il fatto di non vestirci più così.

di Anastasia Verrelli