Mentre durante il medioevo si tendeva a nascondere il corpo femminile, considerato soprattutto come fonte di peccato, durante il Rinascimento si afferma un particolare interesse per la bellezza esteriore, la quale non viene più considerata una vanità che allontana l’uomo dalla salvezza eterna.

Al nuovo ideale cinquecentesco, che propone una donna ben in carne e formosa, si affianca la diffusione di nuove abitudini alimentari, ricche di grassi e di zuccheri, come si deduce dai libri di cucina del tempo.
Numerosi sono in questo periodo i testi che delineano l’ideale della bellezza femminile, con una dettagliata analisi di ogni particolare del corpo della donna e con la descrizione dei lineamenti e delle fattezze più apprezzate.
Da quanto risulta da tali manuali, la donna ideale deve essere piena, con fianchi larghi, seno prosperoso e bianchissimo, collo e mani lunghe e sottili, piedi piccoli e vita flessuosa; il viso deve essere candido e tondo, il naso diritto, la bocca piccola, la fronte altissima e la gola bianca e liscia; la pelle deve essere rigorosamente bianca, i capelli lunghi e  biondi, le labbra e le guance rosse, le sopracciglia scure e gli occhi preferibilmente neri.
Il corpo della donna, dunque, deve possedere tre attributi di colore bianco, tre rossi e tre neri: la bellezza sta nell’armonia delle parti.
Le fonti iconografiche del tempo confermano quanto detto: Tiziano, Botticelli e gli altri pittori rinascimentali rappresentano la bellezza “piena” della donna adulta, intensa e sensuale.

L’armoniosa ed elegante bellezza della donna rinascimentale si enfatizza sempre di più sino a sfociare nelle esagerazioni del Barocco: la donna è una Venere dalle forme abbondanti e una punta di malizia ed erotismo nello sguardo.
Viso, collo, seno e mani devono essere di colore bianco, colore associato alla purezza, che distingue la donna dagli abitanti della campagna, che per lavoro sono esposti al Sole.
Oltre all’incarnato candido, la donna barocca deve avere i capelli folti, lunghi e di un biondo caldo tendente al bruno; gli occhi scuri, grandi ed espressivi; la bocca piccola ma carnosa; il mento tondo con la fossetta; il collo tornito e piuttosto lungo; le mani bianche, morbide e affusolate; le spalle larghe; le cosce piene e la vita sottilissima; il seno prosperoso, le gambe lunghe e i piedi piccoli. La bellezza barocca è una bellezza matura, sensuale e maliziosa, la cui femminilità non è finalizzata al ruolo di moglie e di madre, ma a quello di dama corteggiata.
Le fonti iconografiche confermano tali canoni estetici: i dipinti “Danae” (1612) di Artemisia Gentileschi, “Le Tre Grazie” (1624) di Rubens e la “Danae” (1636) di Rembrandt si possono considerare altrettanti manifesti dell’ideale di bellezza dell’epoca: i corpi, dalle marcate rotondità,  sono pieni e sensuali, la pelle è morbida, candida e levigata ed i capelli di un biondo dorato.
Come ben sappiamo questi canoni di bellezza non sono giunti fino a noi, se non alcuni particolari: labbra carnose e naturalmente capelli biondi e sopracciglia scure. Cara Delevingne e Rita Ora ne sono un perfetto esempio.
Ecco qualche consiglio per ottenere questo effetto: se le sopracciglia sono troppo sottili, è meglio farle crescere e poi definirle in base alla linea del viso. Tante case cosmetiche propongono kit per sopracciglia completi di pinzette, ombretti, matite e gel studiati appositamente. Inoltre il make-up aiuterà i lineamenti a spiccare: non a caso Gwen Stefani porta sempre il rossetto rosso e Rita Ora resta fedele alla linea di eyeliner nero.

Redatto da: ANASTASIA VERRELLI