Emily Bador, modella 20enne per metà inglese e per metà malese, ha intenzione di rivoluzionare il mondo della moda, eliminando una volta per tutte l’immagine standard della “modella manichino”.

“Non si può obbligare nessuno ad essere perfetto e non credo che qualcuno possa essere considerato meno meritevole perché non ha la pancia piatta. Non sei meno valida perché non ti depili le ascelle, non sei meno bella a causa delle tue smagliature, dell’eczema o dell’acne”.

Questo è uno dei tanti post che la ragazza di Brighton è solita postare sul suo social preferito, Instagram. Ha infatti più di 134k followers che la sostengono e che condividono le sue idee.

Si dichiara stanca dell’oggettivazione del corpo delle donne e di come il valore di una donna sia misurato soltanto in base alla sua apparenza, e lo stesso vale per gli uomini e per tutti coloro che si devono conformare agli stereotipi di genere.

In un post la modella mostra la trasformazione del suo corpo negli ultimi tempi: due anni fa era molto più magra a causa della sua ossessione per il “peso forma”. Il dover sempre monitorare le sue misure l’aveva portata a soffrire di attacchi di panico e a vivere in una condizione di ansia perenne.

E così, dopo l’inizio di una carriera di successo durante la quale aveva  lavorato per Ivy Park, Unif e Tatler (per citarne alcuni), si è resa conto di aver sviluppato una relazione malsana con il suo corpo.

Questa sua condizione la portò a prendersi un po’di tempo per se stessa.

In questo periodo la Bador ha messo sì qualche chilo, ma si dichiara felice e più consapevole del suo corpo e della sua nuova missione: combattere per la riappropriazione del corpo femminile nel mondo della moda, cercando di portare nella pubblicità dei prototipi di bellezza più naturali.

“Vorrei ci fosse più diversità. È fantastico ora, ma deve migliorare. La gente deve smetterla di usare delle modelle “manichino”. La moda dovrebbe rappresentare ognuno di noi e dovrebbe scegliere persone di etnie differenti. Che si tratti di conformazione fisica o anche semplicemente di altezza, nessuno dovrebbe sentirsi escluso dall’industria della moda. Spero inoltre che non si continui ad investire su quelle modelle che non hanno niente da dire, che fanno carriera solo grazie ai genitori ricchi o famosi. Vorrei per esempio delle modelle che prendano posizione e parlino di politica, razzismo, salute mentale, povertà e di tutte le altre cose che affliggono la maggior parte della gente normale. Riflettici, potresti cambiare le cose se utilizzassi in maniera intelligente 39.7 milioni di follower.”