Intervista a Giancane

1) “Ciao amico Giancane” non sei un cantautore di merda! Odi Emma Marrone, odi i vecchi, odi tutti, chi ami?

Ciao!! in realtà è un eterno conflitto tra amore ed odio, odio i vecchi ma lo sono dentro quindi mi odio e mi amo, idem per Emma, non la odio, odio il qualunquismo generazionale che le fanno cantare ma in realtà è una grande professionista, un po’ come Pippo Baudo poi no? Scherzo ma in fondo odio e amo allo stesso modo, magari il prossimo sarà un disco pieno di amore.

2) “Hogan Blu” è un chiaro riferimento a “Blue Suede Shoes” uno dei primi brani di puro rockabilly che incorpora elementi di blues, country e pop allo stesso tempo… e poi “Riderà” è il cerchio Elvis che si chiude?

Mi piace molto, in realtà non avevo mai pensato ma questa riflessione e potrebbe essere la più autentica! Ho sempre ascoltato Elvis e tutto ciò che concerne la musica di quell’epoca, Little Tony con “Riderà” (insieme a Mogol) ha scritto uno dei pezzi d’amore più belli del passato, lasciare andare un amore non credo sia una cosa molto semplice e non sapendo parlare dell’argomento ho voluto rendere omaggio ad un grande della musica italiana.

3) L’originalità e la “crudità” non la troviamo solo nei tuoi testi ma anche nelle copertine, che si differenziano per ironia ed originalità dal panorama contemporaneo, da cosa deriva l’idea di servire i tuoi dischi direttamente dal banco frigo?

Allora il primo Ep “Carne” era confezionato in una vaschetta della macelleria in polistirolo e portava in sè anche un messaggio alimentare importante, derivava dalla povertà, cioè era completamente autoprodotto e autodistribuito. Quindi, dopo aver finito il disco, ero rimasto senza soldi e la cosa più economica era quella confezione mentre “Una Vita al Top” è un chiaro omaggio alle sottilette, unico cibo che molto spesso rimaneva nel mio frigo durante la composizione del disco ed ho voluto rendere omaggio a ciò che mi ha permesso il nutrimento necessario per andare avanti.

4) Ho letto che sei un fan di Vasco Rossi, lo sono anche io, o almeno, lo ero. Gran brutta storia essere un Mito! Bloccati in un eterno non divenire. Immutabili. E, soprattutto, intoccabili, non giudicabili. Quando si arriva ad un punto di non ritorno (artisticamente parlando) conviene mandar tutto a puttane e ritirarsi dalle scene come Guccini o continuare ad insistere sfociando, a volte, nel ridicolo?

Sono un grandissimo fan di Vasco dell’epoca. Secondo il mio modestissimo punto di vista, arrivati ad un certo livello e dopo aver composto dei pezzi di storia della musica italiana, forse il ritiro sarebbe stato la scelta più giusta. Però guardando i suoi tour sono pur sempre sold out, quindi un po’ decade la mia misera retrospettiva, io sono convinto che ognuno possa e debba fare ciò che vuole specialmente uno che con componendo delle pietre miliari ha sistemato se stesso e la sua progenie per un bel po’ di tempo.

5) Quali sono i tuoi progetti furturi?

Sto lavorando con moltissima calma al nuovo disco, sto studiando un nuovo sound e soprattutto la tecnica per svilupparlo, spero di suonare il più possibile e spero nella pensione. Piu’ o meno questo…

di Claudia Palombi 

photo: Riccardo Lancia