Il panno Casentino. La tradizionale lana della valle dei tessuti.

Il panno casentino è un tessuto che racconta un territorio, quello della valle del Casentino, nel cuore della Toscana. Il “panno grosso“, ricavato dalla tosatura delle pecore della valle, era apprezzato per l’alta resistenza all’usura e alle intemperie ed era adatto alle necessità di chi doveva vivere in viaggio o trascorrere fuori, all’aperto, buona parte della giornata.  Quando le nostre mani passano sul caratteristico ricciolo esterno, vera anima del panno casentino che si contrappone alla robustezza del tessuto interno, stanno toccando un pezzo di storia dell’artigianato italiano.

Da oltre 800 anni, mani sapienti lavorano la lana, dai pascoli in cima alle colline alle botteghe dei lanaioli e alle case delle filatrici e delle tessitrici, seguendo il corso del fiume ArchianoQuando viene realizzato per esempio un cappotto casentino è come se tutta la valle di questa zona partecipasse alla creazione di quel cappotto. Ed è davvero così, perché quel terreno, quell’acqua, quel vento rappresentano, al pari della lana, la materia prima del caratteristico panno casentino. Il panno casentino racconta tutto ciò e molto altro ancora. Come l’aneddoto di un errore fortunato: quello che ha creato il colore più caratteristico della lana del casentino, ossia l’arancio becco d’oca. Sembra inoltre che il suo aspetto esteriore, con il pelo irregolare, fosse stato dettato dai governanti toscani.

Oggi, guidati da mani esperte, nei lanifici lavorano macchinari all’avanguardia; eppure le fasi per realizzare il panno casentino sono le stesse di allora, dalla tessitura alla tintura. Una in particolare conferisce al tessuto di lana la caratteristica che rende il panno di casentino riconoscibile ovunque nel mondo: il morbido ricciolo ottenuto dalla “ratinatura”. Il ricciolo, che contraddistingue gli abiti in panno casentino, costituisce un funzionale doppio strato, antifreddo e antipioggia, e veniva inizialmente ottenuto con un finissaggio particolare, con la garzatura, che estraeva il pelo, e in seguito con la rattinatura. Sfregando la lana con pietra si otteneva il ricciolo, mentre oggi per produrlo sono usati macchinari (rattinatrice).

Le proprietà del tessuto garantiscono anche il perfetto isolamento termico, oltre alla traspirazione dei vapori propri del corpo umano. Il panno casentino, prodotto nei colori arancio e verde, è utilizzato per la moda da grandi stilisti come Roberto Cavalli, Pierre Cardin e Gianfranco Ferrè, viene esportato in Europa, Giappone e Stati Uniti.  Il paese di Soci, per rafforzare la visibilità dell’artigianato tessile locale, organizza ad intervalli regolari la manifestazione “La Valle dei Tessuti“, vetrina originale, apprezzata dai giovani stilisti italiani, che propone un interessante alternarsi di sfilate e mostre.

Una piccola valle piena di storia, una zona che può essere definita uno dei Nostri diamanti grezzi che, nonostante gli anni e i secoli non rinuncia al proprio ricciolo rendendolo unico in tutto il mondo, per la sua storia e la scelta degli stilisti nel portarlo nelle passerelle.

di Stefany Barberis