Marina Di Guardo, scrittrice di successo e mamma orgogliosa di Chiara, Francesca e Valentina Ferragni, si racconta a ChicStyle 

È impossibile non rimanere impressionati da Marina Di Guardo, donna affascinante ed elegante, che dietro ai suoi modi garbati nasconde un impressionate talento capace di tenere dal 2012, anno di uscita de “L’inganno della seduzione”, i suoi lettori con il fiato sospeso. Molti la conoscono come la mamma di Chiara Ferragni, la fashion blogger italiana più famosa al mondo, ma Marina è anche notevole penna di thriller e romanzi noir già arrivata alla sua quinta pubblicazione. L’ho incontrata a Catania alla presentazione del suo ultimo libro “Come è giusto che sia” (edito Mondadori) dove con grande maestria e dolcezza è riuscita a catturare l’attenzione di tutti i presenti. “Sono molto legata a Catania”, ha detto la Di Guardo, che vanta origini sicule da parte di padre e di madre, e che non manca di inserire un tocco del suo amore per la Sicilia all’interno delle sue opere. Ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lei  parlando del suo lavoro di scrittrice -facendomi svelare qualcosa (ma non troppo) sui progetti futuri-, della sua passione per i viaggi ( ha curato in passato il blog The Travel Passion) e anche della sua Chiara che l’ha resa una madre orgogliosa.

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Mamma di tre figlie, viaggiatrice e scrittrice, si considera nel profondo una super mamma?

Grazie per la definizione di super mamma, in realtà mi sento una donna come tante altre, alle prese con i problemi e le difficoltà di ognuna di noi. Quando le ragazze erano piccole, ho vissuto situazioni piuttosto caotiche ma tanto allegre. Adesso che tutte e tre  hanno intrapreso la carriera lavorativa, mi mancano molto quei momenti. Me lo ripeteva sempre mia mamma: “Goditele adesso che sono piccole, quando cresceranno  avrai nostalgia di questo periodo faticoso, ma denso di soddisfazioni”. Come al solito le mamme hanno sempre ragione.

Cosa significa essere la mamma di Chiara Ferragni?

È’ una grande soddisfazione, un grande orgoglio per me pensare ai traguardi che Chiara ha conquistato in tutti questi anni. È stata sempre molto determinata e concentrata sui propri obiettivi e questo l’ha premiata. L’unica nota dolente è che la vedo molto di rado e di questo sono molto dispiaciuta.

Quando ha avuto il primo approccio con la scrittura? Ha sempre desiderato fare questo mestiere?

Ho sempre avuto la passione per la scrittura, sin da bambina. La mia proverbiale insicurezza mi ha fatto credere per anni che non sarei mai riuscita a farne una professione. In questo le mie ragazze sono state fantastiche mi hanno convinta a mettermi in gioco e a provare a scrivere un romanzo. Così tutto è cominciato.

Da dove arriva l’ispirazione per i suoi romanzi?

Non saprei identificare esattamente da dove. Posso essere ispirata da un luogo, dal racconto di un’amica, da un fatto di cronaca. Gli stimoli sono molteplici e variegati.

Dalia, la protagonista di “Com’è giusto che sia” è prima vittima e poi carnefice. In una società in cui la violenza sulle donne è all’ordine del giorno sembra strano vedere una donna serial-killer. Cosa l’ha spinta a creare un personaggio così enigmatico?

Ogni giorno leggiamo articoli, ascoltiamo notiziari che raccontano di donne brutalizzate, sfigurate, ammazzate dai loro compagni, fidanzati, mariti. Solo nel 2016 sono state uccise ben 120 donne, una ogni tre giorni. Una vera e propria emergenza che mi ha sempre suscitato una rabbia sorda, impotente. Ho cominciato a fantasticare di una ragazza che, scardinando tutti gli stereotipi, vendicasse le donne a lei vicino, vittime di violenza. Pian piano Dalia, la mia protagonista, è diventata più definita, come anche i vari personaggi che la accompagnano nella storia che racconto nel mio romanzo. Da questi spunti è nato Com’è giusto che sia.

Sta già lavorando a qualcosa di nuovo?

Sì, sto scrivendo un nuovo romanzo thriller dalle tinte molto forti e noir.

Quanto è contato l’appoggio delle sue figlie per la sua carriera? E il suo per le loro?

Come dicevo nella mia risposta precedente, il loro appoggio è contato moltissimo. Credo fermamente che anche i genitori debbano imparare dai propri figli.

Come vive la lontananza dalle sue figlie?

Non è piacevole vederle di rado, ma credo che una madre debba avere essere felice di sapere che i propri figli stiano seguendo con soddisfazione i propri obiettivi  e le proprie passioni.

Viaggia tantissimo e aiuta i suoi follower a scoprire nuovi paradisi terrestri, qual è il luogo che le è rimasto particolarmente nel cuore?

Adoro viaggiare e credo che in ogni luogo, anche il meno appetibile all’apparenza, si possano trovare elementi di riflessione e gradimento. Ho amato molto la Patagonia, la Birmania, l’India. Circa un mese fa sono stata in Islanda, una terra non certo facile da visitare per i luoghi impervi e il clima piuttosto ostile. L’ho trovata davvero affascinante, mi è rimasta dentro con i suoi paesaggi estremi e drammatici.