Chi ha detto che il ricamo o il cucito siano un passatempo solo per la nonnina? C’è chi è riuscito a trasformare questa antica tecnica – rivoluzionandone i materiali e gli esiti – in una vera e propria arte. Un’attività che non riguarda solo i fashion designer, ma anche una sfilza di artisti. Sarah Naqvi è una di questi.
Textile Art
Un nuovo modo di concepire l’arte. Un nuovo mezzo attraverso cui comunicare. Praticata da un numero sempre più crescente di artisti e designer di tutto il mondo, la texile art è diventata campo di sperimentazione, decontestualizzando un elemento di per sé così semplicemente duttile come la fibra tessile. Ago e filo, tessuti ed intrecci, colori e trame sublimano in opere d’arte uniche ed innovative. Con l’arte tessile, l’eredità tecnica del cucito – basata su un recupero delle tradizioni e delle antiche gestualità- si incontra e si scontra con la creatività contemporanea, per dar così vita a soluzioni inedite.
“Ho cercato di allargare i miei orizzonti utilizzando diversi tipi di media nel corso degli ultimi due mesi per rompere la monotonia, perché come studente di Design Textile credo che ogni filato abbia una sua storia da raccontare”, ha così dichiarato nel corso di un’intervista la giovane artista.
Il filo conduttore
Il tessuto diventa qualcos’altro. Uno strumento di espressione. Ma ancor prima di accettazione: del proprio corpo, del proprio essere donna, delle proprie paure e fragilità. Ma soprattutto, del proprio valore e della propria forza. Ed è proprio dalla condivisione dei principi più puri del femminismo, e dalla volontà di porre fine a tutta una serie di tabù ancora vivi nell’attuale società che prendono forma le opere tessili della giovane designer indiana, Sarah Naqvi.
Il filo della vita
Nelle sue opere la bellezza dell’impatto si unisce ad una inaspettata profondità del contenuto: “Ho scelto il corpo femminile e tutte le questioni legate alla sua immagine perché credo che non ci sia nulla di più puro e veritiero…”, sottolinea l’artista, che spiega: “Un corpo cresce, si espande, si contrae e genera idee che possono cambiare il mondo. Ogni cicatrice, ferita…curva…racconta una storia”. Anzi, diviene testimonianza reale della nostra vita: di ogni momento gioioso o infelice. Ma pur sempre vissuto.
Oltre le gambe c’è di più!
Tra gli effetti disastrosi di una società dal passato profondamente patriarcale, va considerata la creazione di quell’ideale di perfezione femminile a cui, intere generazioni di donne, hanno sottomesso se stesse – e i propri corpi- pur di essere accettate. Una condizione considerata ormai inammissibile per chi – come la giovane Sarah Naqvi- aspira ad una riconosciuta e diffusa uguaglianza di genere. E in questa sua battaglia, si avvale del ricamo.
Da forma artistica così versatile ed antica, il ricamo diventa portatore di una nuova e visione della donna. Una donna finalmente libera da falsi moralismi, da preconcetti e canoni estetici. La cui libertà deriva dalla serena accettazione del proprio essere donna. E dalla celebrazione della propria essenza femminile. Senza filtri.
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