Miahatami: sabbia, caldo e un viaggio intenso tra le tribù nomadi

Un viaggio caldo e intenso alla scoperta di due tribù nomadi: parla di questo la collezione autunno inverno 2017/2018 firmata  Miahatami. Narguess Hatami, vincitrice del secondo premio della categoria prê t-à -porter “Who Is On Next? 2016”, torna nella capitale in occasione di Altaroma. Un tuffo in Iran, tra la gente delle tribù Ghashghai e Bakhtiari. I colori di quella terra, del deserto,  sono impressi sui vestiti. Capi intensi, super colorati sono istantanee in movimento di paesi lontani, meravigliosi e pieni di vita. I famosi tappeti Gabben e Kilim sono riproposti nelle trame dei tessuti utilizzati, le dune del deserto si materializzano nelle frange che ondeggiano come se fossero spinte dal vento. Aria e sabbia nelle nuance: rosso, bordeaux, cammello, giallo e blu, come le tende dei nomadi. Una grande novità è l’introduzione del nero, colore che riporta agli accampamenti degli “choupan”, i pastori Ghashghai. Texture lavorate, pelliccia, ricami, colorazioni a mosaico, sovrapposizione di stampe regalano un effetto 3D armonioso. Gonne con spacco laterale, pantaloni ampi, mini dress con spalline strutturate, camicie con maniche a sbuffo, cappotti in cammello e felpe ricamate rendono la collezione elegante e ricercata. Per la prima volta la designer introduce le calzature a completare il look: pelle, nappa e canvas con dettagli in filo su modelli bassi o con tacco. Un salto in un mondo lontano, colorato e intenso.

Narguess Hatami, anima della linea Miahatami, nasce a Teheran nel 1981. Dopo aver conseguito la maturità scientifica nella capitale iraniana, sceglie di completare gli studi in Italia. Si porta dietro un grande bagaglio, una cultura antichissima, preziosa e raffinata: quella persiana. Fa esperienze importanti presso Paola Frani, MSGM, Marco Morosini e Aviù. Con la stagione FW 15-16 nasce la linea di abbigliamento ed accessori donna Miahatami. Uno stile naturale, morbido, delicato che rivela il DNA del brand sempre molto attento ai dettagli sartoriali.

photo: Alessandro Galatoli