L’ultimo appuntamento con la moda e la bellezza nel primo Novecento.
Il Novecento è il secolo dei due grandi conflitti mondiali, dell’emancipazione femminile, dell’ingresso della donna nel mondo del lavoro, delle grandi battaglie femministe e, di conseguenza, anche del cambiamento del modo di percepire, esibire, nascondere il proprio corpo.
Con l’avvento del nuovo secolo corpo femminile si libera di tutte le costrizioni da cui era sempre stato intrappolato e inizia a scoprirsi. Nel corso del Novecento sono il cinema e poi la televisione a dettare i canoni estetici più seguiti. E’ questo il secolo che ha visto i più repentini cambiamenti in fatto di canoni di bellezza: più o meno ogni 10-15 anni si è verificata una rivoluzione estetica, che ha portato all’affermazione di nuovi modelli di bellezza femminile e nuove mode.
E’ interessante, dunque, soffermarsi su ciascun decennio che ha segnato l’evolversi dei canoni estetici, a partire dalla fine dell’Ottocento-inizio Novecento. Gli anni della Belle Époque (fine ‘800 – I Guerra Mondiale), sono un’epoca di grande benessere, vissuta all’insegna della spensieratezza e dell’ottimismo.
Il teatro, il cinema e la fotografia assumono un peso sempre maggiore sulla moda, oltre che su tutto il panorama culturale, poiché diffondono nuovi stili di vita, nuovi modelli estetici e di comportamento. La donna della Belle Époque ha una linea sinuosa e slanciata dalla tipica forma ad “S”: vita minuscola, seno spinto innaturalmente in avanti grazie ad un nuovo modello di busto che appiattisce il ventre, evidenzia i fianchi, ingrandisce la schiena e spinge indietro il bacino, arcuando il corpo posteriormente e conferendo alla donna un profilo rigido e sinuoso.
Ad accentuare la figura ad “S” contribuiscono gli abiti, che fasciano i fianchi, aderiscono in vita e si allargano in fondo mentre, i corpini, arricchiti da audaci e profonde scollature, si gonfiano sul décolleté, rendendo omaggio alla femminilità della donna.
Alla diffusione della nuova estetica femminile concorre in misura notevole la pubblicità, con i primi manifesti e le prime immagini commerciali. Esempi famosi sono le ballerine, le cocottes e le signore immortalate nei manifesti di Toulouse Lautrec e di Leonetto Cappiello.
Verso la fine dell’Ottocento, nel clima culturale del Decadentismo, nasce il mito della femme fatale, affascinante, altera e sensuale. I canoni estetici della donna fatale non sono rigidi: di solito ha occhi e capelli nerissimi, corpo sinuoso, labbra carnose, sguardo magnetico; le sue caratteristiche primarie e distintive sono la straordinaria bellezza, vistosa e aggressiva, ed il grande potere seduttivo. Per indicare questa figura di donna dal fascino ammaliatore, il cinema americano conia il termine “vamp”. Il primo stereotipo di femme fatale è l’ attrice hollywoodiana del cinema muto Theda Bara.
Il fervore ottimistico di inizio secolo viene rapidamente spazzato via dallo scoppio della I Guerra Mondiale, che porta distruzione e morte in gran parte dell’Europa e segna il temporaneo declino dell’ideale estetico improntato all’estrema femminilità ed eleganza affermatosi ai primi del Novecento. Completamente abbandonata la cura del corpo, la donna non si preoccupa dell’aspetto esteriore e tende ad assumere caratteri androgini.
Redatto da: ANASTASIA VERRELLI
Leave A Comment