Rave e raver, una cerimonia tribale 2.0; falò sostituiti con luci strobo, impianti acustici al posto di percussioni tribali, sciamani dj e sostanze “magiche” che prendono il nome di MDMA.

Ma chi sono i raver? Tutto ha inizio a Chicago, negli anni Ottanta, quando in un locale, la Warehouse, i dj si divertivano con sintetizzatori inventando l’ “acid house”: brani velocizzati e mandati in un loop continuo. Dall’Atlantico all’Europa la musica si diffonde, e gli idolatri di questo genere musicale adottano un abbigliamento esuberante, flashante, phat pantz, adatto a essere visibile nel buio dei club. Tessuti ed accessori fluorescenti, parrucche colorate, pantaloni oversize, bastoncini luminosi e… testa leggera.

Mad-chester (Manchester) nel 1987 diventa la loro mecca europea, dai club fuoriuscivano rombi di musica house e quando quegli stessi locali si rivelarono insufficienti per contenere quell’ampia massa, le feste si trasferirono in aree industriali dismesse; si inaugurò così il Rave New World. Musica che induce alla trance, gente che rotea su se stessa fino a raggiungere un’esperienza psichedelica, un’energia pagana che fa danzare senza schemi. Una subcultura in linea di collisione con le forze dell’ordine, da qui la specializzazione nel trasmettere le informazioni clandestinamente: messaggi criptatati ai pari dei film di spionaggio. Oramai non si ha più bisogno di quattro mura per esistere, l’Altrove è raggiungibile ovunque. Cenerentole moderne che si trasformano alla mezzanotte, il castello non è  altro che il luogo del ritmo trasgressivo della musica. Il dj è la guida alle ore che portano al mattino, nel posto dove non esiste spazio e non esiste nemmeno tempo.

Redatto da:  CLAUDIA PALOMBI