Per quest’anno niente mimose e cioccolatini. Le donne fanno sul serio. Troppe ancora le discriminazioni e le violenze a cui vengono continuamente sottoposte tra le mura domestiche, per strada, sul posto di lavoro, in metro… È arrivato il momento di dire basta!

L’8 Marzo in tutta Italia si terrà uno sciopero generale di 24 ore. Uno sciopero che interesserà sia il settore pubblico che privato. Ma a partecipare non saranno solo le lavoratrici – autonome o dipendenti che siano – anche precarie, disoccupate, studentesse o casalinghe.

La Rete Non Una Di Meno aderisce allo sciopero globale che si terrà in occasione della Giornata internazionale della donna insieme ad altri 40 Paesi nel mondo. E come si legge da una nota stampa diffusa dall’associazione: “L’8 marzo tornerà a essere un momento di mobilitazione femminista attraverso lo strumento dello sciopero generale, per garantire un’astensione reale dal lavoro produttivo e riproduttivo e il coinvolgimento delle donne dentro e fuori i luoghi di lavoro”.

Se le nostre vite non valgono, noi non produciamo” è lo slogan lanciato dalle donne argentine e che è stato subito accolto da oltre 22 Paesi. Ma che si è poi diffusa a macchia d’olio. Un’iniziativa che, seppur partita da lontano, ha incontrato immediatamente un’analoga condizione di subalternità e violenza a cui le donne di tutto il mondo sono ancora sottoposte.

Le donne rappresentano il pilastro portante di una società ancora troppo maschilista. Di una società che arranca verso un traguardo di civiltà, ancora troppo lontano. Una società che tuttora non riesce a riconoscere il giusto merito che spetterebbe ad ogni donna, moglie, madre, figlia, sorella, amica, fidanzata…che sia. Ed è arrivato il momento di dire basta!

La festa della donna avrà, quindi, tutto un altro sapore. Le donne potranno riaffermare la propria forza a partire dalla loro stessa sottrazione. L’8 Marzo diventerà una giornata in cui tutte le donne italiane saranno chiamate a sperimentare/praticare forme di blocco della produzione e della riproduzione sociale.

Molteplici saranno le forme per bloccare le attività produttive e riproduttive: astensione dal lavoro, sciopero bianco, sciopero del consumo, adesione simbolica, sciopero digitale, picchetto,…“Rilanciamo cortei o manifestazioni, diurne o serali, in tutte le città per riprenderci la notte e lo spazio pubblico, per fare marea e conquistare visibilità pubblica e protagonismo in ogni città”, dichiarano le organizzatrici italiane.

Non Una di Meno!