A poche ora dalla scomparsa di Prince, una delle maggiori icone della musica pop mondiale, andiamo a ripercorrere quella che è la storia di questo genere musicale.

Il termine pop music deriva dall’inglese popular music, tradotto in italiano musica popolare. Questo genere è caratterizzato da orecchiabilità, semplicità di linguaggio e largo utilizzo di melodia. Grazie a questa “semplicità” e all’avvento e lo sviluppo dei mass media non è stato difficile per la pop music entrare nel circuito della distribuzione mondiale in poco tempo e in massima diffusione. Generalmente la musica pop ha come carattere principale la fruibilità a l’accessibilità a chiunque, è per questo che segue una logica di mercato in contraddizione con quella della “musica impegnata”.
Tutto ebbe inizio alla fine degli anni ’50, con l’industrializzazione che avanzava prepotente, il benessere economico e la nascita di apparecchiature digitali sempre più avanzate, che hanno dato al “popolo” nuova linfa vitale a pochi anni dalla fine del secondo conflitto mondiale.
La pop music passava per radio adottando la coniugazione verbale plugging ossia propagandare, pubblicizzare, ma soprattutto spingere. E i pezzi venivano spinti il più possibile, prendendo da subito quanto più spazio potevano in radio e in televisione. Il fermento europeo, specie in Inghilterra, diede vita a band destinate a fare la storia. In Italia, colma anch’essa di entusiasmo, la nostrana musica leggera proponeva al popolo cantautori e parolieri apprezzati per anni. Il tutto mentre in America, nel 1969, si teneva il concerto di Woodstock.
E’ a cavallo tra la metà degli anni ’70 e la fine degli anni ’90 che la musica pop raggiunge la sua massima esposizione, il suo massimo splendore. Riformula tendenze, detta leggi di stile e regala al mondo i personaggi più capaci ed eccentrici proprio di quel genere, personaggi carismatici capaci di influenzare la massa (si parla di milioni di persone) sotto il profilo dell’abbigliamento o dello stile di vita. Dai Queen a Elton John, da David Bowie a Donna Summer passando per i R.E.M, Prince, The Police, i Dire Straits (solo per citarne alcuni) e per finire l’icona forse più rappresentativa del pop anni ’80: Michael Jackson.
Look eccentrici, testi sensuali e a volte sfacciati, l’amore come tema principale, colori e luci sgargianti, rappresentazioni e concerti mastodontici. La piena espressione del pop è avvenuta proprio in quegli anni e con questi presupposti.
Considerato l’elemento chiave del periodo di benessere che si stava vivendo, la vivacità del genere voleva ricalcare lo stato d’animo delle persone.
Tra i principali fattori che rendono intramontabili gli anni ’80 e ’90 c’è senz’altro la pop music, che vive tutt’ora di luce propria e sembra non indebolirsi man mano che gli anni passano.
Dalla seconda metà degli anni 2000 tutti quelli che si avvicinano alla musica lo fanno cercando di allontanarsi quanto più possibile dal termine “popolare” prediligendo una ricercatezza musicale più complessa e articolata che potremmo generalizzare con il termine Indie.

Credits: LIFEGATE

Redatto da: VINCENZO TIRITTERA