Dopo la sfilata della maison, le domande da porsi si sono accentuate fino ad intrecciarsi e plasmarsi in una sola: la sfilata futuristica di Chanel è un invito all’uso della tecnologia?

COME SI È ARTICOLATA LA SFILATA?

L’appuntamento segnava le 10.30 ma solo alle 11:00 ha avuto inizio il defilé futuristico e robotico della maison.
Karl Lagarfeld non ha lasciato spazio all’immaginazione, tutto è stato allestito e ordinato secondo i canoni del riempimento d’immagine, ma non ci si poteva aspettare diversamente.
La sorpresa è sempre stata una delle caratteristiche del direttore creativo soprattutto in fatto di location, ricordiamo infatti l’allestimento della passerella di Fendi sull’acqua o il laboratorio sartoriale firmato Chanel.
Questa volta l’ambiente circostante alla passerella presentava un grande data center con cavi elettrici in ogni dove.
Ad aprire la sfilata due teste di robot in tailleur bianco e nero, a condurre il tema, invece, orecchini a forma di tastiere illuminate da led, futuriste chiusure di velcro e borse robotiche dalla doppia catena.
Lo stile rap anni ’90 faceva a gara con i look color block, mentre i tailleur in tweed colorati protestavano coi cappelli da baseball.

QUAL È IL MESSAGGIO DI CHANEL?

Siamo in un mega data center come quelli di Google e Facebook, quelli stessi che contengono le nostre vite, le nostre informazioni e le storie di mezzo pianeta.
Sempre connessi, sempre al passo coi tempi.
Alla donna che twitta un istante prima che la notizia diventi tendenza, alla ragazza che posta su Instagram le foto del suo nuovo paio di scarpe, al social media manager che stila i conti delle ultime views della sua pagina Facebook da 100mila like, al fashion designer che prima di creare, cerca i risultati delle news in fatto di moda su google trends, all’artista che fa le smorfie con gli occhiali tondi su snapchat, allo studente che cerca lavoro su Linkedin, alla stylist che veste solo su Asos e compra dall’e-commerce, alla ragazza che urla per un pacco da Zalando, alla mamma che scrive ricette su un food blog, all’adolescente che scrive le sue poesie d’amore sul suo profilo Tumblr, a chi gioca a candy crush invece che a campana, a chi si fa una storia su IG dal grande palco col pubblico alle spalle, a chi ha un canale Youtube, a chi parla solo su whatsapp, a chi passa delle ore sullo streaming, a chi cerca l’amore su Badoo.
È un elogio o una caricatura?

LA RISPOSTA

Chanel è di più.
Pone l’incedere delle modelle che vestono arte su un ambiente asettico quanto un click sulla tastiera.
È la vittoria del bello sul freddo digitale.
L’ambiente è solo ambiente, è chi ci cammina sopra che ne decide la sorte.

Redatto da: ROBERTA COMES