Al Museo Maxxi di Roma i tattoo merletto di Marco Manzo, uno degli artisti più quotati del settore e vincitore di oltre 50 premi internazionali , diventano arte. 

Le modelle indossavano abiti semplici, monocolore nero con particolari spacchi e oblò che mostravano schiene e gambe decorate con intrecci delicati, fiori, decori arabesque che sembravano i pizzi della raffinata lingerie femminile. Creando così un’illusione ottica da incanto.
Queste decorazioni ed ornamenti (che prendono spunto da epoche e filosofie di ogni tempo) ridisegnano le linee del corpo riuscendo ad attenuarne anche i difetti. «I miei tattoo – spiega Marco Manzo – sottolineano le curve della silhouette, valorizzandone i punti forti e nascondendone i difetti, proprio come fa un abito fatto su misura da un bravo stilista. Mi considero un sarto. È importante infatti studiare prima la figura femminile della cliente. Poi in base alla silhouette, la mia compagna Francesca realizza un disegno che io eseguo con gli aghi sulla pelle, nel punto dove si è deciso di fare il tatuaggio».
Il tatuaggio è una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo che nasce ancor prima dell’abbigliamento. L’uomo ha avuto come esigenza primaria quella della decorazione, poi quella della protezione con l’abbigliamento. Il tatuaggio ha, quindi, origini antichissime, risale all’epoca preistorica, ed è sempre stato diffusissimo tra centinaia di culture indigene nel mondo.
Eppure in Occidente la cultura giudico-cristiana l’ha bollata, demonizzata in quanto pratica da ‘selvaggi, fino a farla diventare una prassi clandestina. Di conseguenza il valore del tatuaggio acquisì un significato sempre più ribelle, che indicava una chiara opposizione all’ordine, al potere, alla sottomissione politico-religiosa. Dalla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70 in poi la cultura del tatuaggio ha conosciuto una progressiva diffusione, prima nelle sottoculture giovani hippy e fra i motociclisti e poi ha conquistato lentamente ogni strato sociale e ogni fascia d’età tornando alla sua funzione originaria, cioè quella di decorazione corporea.

Credits: MARCO MANZO MAXXI

Redatto daCLAUDIA PALOMBI